All’altezza del XVII miglio della via Cassia, tra il 1869 e il 1870, furono scoperti i resti di una ricchissima villa con ampi ambienti riccamente decorati. Gli scavi restituirono una grandissima quantità di materiale di pregio (vetri, stucchi, affreschi, mosaici, materiale di importazione), che da subito permisero di ipotizzare l’importanza particolare del sito. Si scoprì infine un tratto di conduttura idraulica incisa che permise di identificare i proprietari della villa: la famiglia imperiale dei Severi. La villa, in origine probabilmente di un antenato dell’imperatore Settimio Severo, fu trasformata e ulteriormente arricchita da Settimio Geta, fratello dell’imperatore. Della villa sono famosissimi i mosaici pavimentali policromi (esposti al Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo, sala IX). I mosaici erano realizzati con la tecnica dell’opus vermiculatum cioè con tessere minutissime di pietre e marmi colorati. Della villa erano stati messi in luce alcuni ambienti del settore termale e almeno un cubicolo del piano superiore, di cui nulla oggi rimane a causa di smottamenti e lavori agricoli.